Non solo alimentazione e stile di vita sano, studi recenti confermano che anche l’attività sessuale può scongiurare la comparsa del tumore della prostata. E non sono necessari rapporti completi: è sufficiente la masturbazione.
I ricercatori dell’Università di Boston hanno infatti provato che ricorrere alla masturbazione almeno 21 volte al mese aiuta a ridurre del 33% la possibilità che si sviluppi il cancro della prostata. Come mai? Il segreto è nella eiaculazione: un atto che porta all’eliminazione di eventuali sostanze cancerogene verso l’esterno e che, altrimenti, si accumulerebbero all’interno della ghiandola prostatica.
A conferma di questo studio, già nel 2003 i ricercatori australiani del Cancer Council Victoria di Melbourne avevano reso noto sulla rivista scientifica New Scientist la connessione tra masturbazione e riduzione del rischio di contrarre la neoplasia. In particolare, lo studio aveva preso in esame 1079 uomini affetti da tumore e 1259 sani, ai quali era stato chiesto di compilare un questionario sulle loro abitudini sessuali. Dai risultati è emerso che gli uomini di età compresa tra i 25 e i 50 anni che praticano una intensa attività sessuale, hanno meno probabilità di sviluppare la malattia. Nello specifico, uomini intorno ai 20 anni che eiaculano più di cinque volte a settimana hanno il 33% di rischio in meno di contrarre il tumore.
Anche dall’Università di Harvard, nell’ambito di uno studio epidemiologico prospettico (risalente al 1992), si è provato come gli uomini con una frequenza eiaculatoria elevata (circa 21 o più eiaculazioni al mese) corrono un rischio di sviluppare il tumore della prostata inferiore del 70% rispetto a chi ricorre alla masturbazione con una frequenza minore (dalle 4 alle 7 eiaculazioni mensili).
Nonostante i benefici dell’attività sessuale sulla nostra salute prostatica, la scienza mette però in guardia su due aspetti.
Prima di tutto bisogna fare attenzione ai rapporti con partner diversi che possono, al contrario, favorire patologie quali la neoplasia prostatica.
Medici ed esperti raccomandano inoltre – soprattutto quando si è superata la soglia dei 45 anni – di effettuare visite urologiche regolari che tengano monitorata la salute prostatica.
Screening che risultano essere determinanti poiché, come ricorda Fondazione PRO nella sua campagna di informazione-prevenzione, nella fase iniziale il carcinoma della prostata non presenta significativi campanelli di allarme. E proprio grazie all’attività di Fondazione PRO è possibile fare prevenzione gratuitamente attraverso l’Unità Urologica Mobile, un camper dotato di un vero e proprio ambulatorio medico che periodicamente fornisce assistenza direttamente nelle principali piazze italiane.
Individuare per tempo la patologia e intervenire tempestivamente significa vivere più a lungo. Ecco perché aiutare la Fondazione PRO nella sua missione significa migliorare la qualità della propria vita. Come? Attraverso una donazione volontaria oppure tramite il 5×1000. Infine, è possibile sostenere la Fondazione anche attraverso la rete di solidarietà creata da Unicredit “Il mio dono”.
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